Vigneto delle Vecchie
Vitigni
Sangiovese
Il Sangiovese è un vitigno originario della Toscana e più precisamente della zona del Chianti. I primi cenni bibliografici risalgono all'opera "La coltivazione delle viti" , del Soderini, 1590, dove l'autore indica nel Sangiogheto un vitigno rimarchevole per la sua produttività regolare. Il Trinci (1738) lo elogia nel "Agricoltore Sperimentato" e Gallesio ne parla diffusamente nella "Pomona Italiana" (1830), dedicandogli un intero capitolo. L'origine del nome non è certa, potrebbe derivare dal dialettale toscano "sangiovannina", o "uva primaticcia" o da "jugum" che in Romagna si riferiva al paesaggio collinare. Si fanno anche altre ipotesi, sta di fatto che il Sangiovese è uno dei vitigni più diffusi a livello nazionale.
Il Sangiovese è un vitigno nobile per la vinificazione in purezza, dove trova la sua massima espressione. Il vino che si ottiene è di colore rosso rubino carico con sfumature violacee. Complesso al naso si caratterizza con intense note di fiori rossi e in particolare di viola. Presenti note di frutta rossa e in particolare prugna matura. Equilibrato in bocca, morbido e vellutato di grande struttura.
Montepulciano
Per lungo tempo al centro di casi di sinonimia e d'errate classificazioni e descrizioni, il Montepulciano d'Abruzzo è stato considerato sinonimo di Sangiovese o di qualche sua forma o sottovarietà come Brunello o Prugnolo, diffuse nel territorio di Montepulciano in Toscana. È stato a lungo utilizzato per indicare vitigni assolutamente differenti. Di fatto il Montepulciano è una varietà a se stante e l'ampia variabilità varietale non è motivo per confonderlo con altri vitigni che hanno qualche carattere in comune. L'origine è dubbia per non dire sconosciuta.
Le uve Montepulciano sono capaci di espressioni di grande levatura per potenza, eleganza e ampiezza delle nuances olfattive. Un tempo esclusivamente riservati per il taglio, i vini a base di Montepulciano si caratterizzano per i tannini fitti, morbidi e non molto aggressivi, per i sentori di ciliegia e di marasca, per il finale pieno e sostenuto da una notevole forza estrattiva e alcolica. Sapore asciutto, buona la struttura e la persistenza.
Piedirosso
Chiamato pure Per 'e palummo per il colore del raspo che, maturo ricorda le zampe del colombo. Le origino sono antichissime e non è da escludere che sia la stessa uva Colombina descritta da Plinio. La sua produzione ha subito un incremento verso la fine dell'800 quando si pensò di abbandonare la coltivazione di molti vitigni scadenti, per dar posto a quelli di maggiore pregio.
Il piedirosso è un vino di color rosso rubino intenso, di buona gradazione alcolica, leggermente tannico, corposo, fragrante, a maturazione acquista un caratteristico profumo di violetta
Aglianico
L'Aglianico ha origini antichissime. Forse la sua coltivazione era praticata ai primordi di Roma (Carlucci in "Viala e Vermorel", 1909) per produrre il vino Gauranum, un tipo di Falerno. Sarebbe stato introdotto in Italia dai Greci, all'epoca della fondazione di Cuma o poco più tardi, mentre la trasformazione del nome Hellenica in Hellanica e quindi in Aglianico deve farsi risalire alla fine del XV secolo, al tempo del dominio degli Aragona nel regno di Napoli. Le prime notizie del vitigno risalgono al 1800.
Il vino che si ottiene è di colore rosso rubino carico con sfumature violacee. Complesso al naso, si caratterizza con intense note di fiori rossi ed in particolare di viola. Presenti note di frutta rossa, in particolare di prugna matura. Equilibrato in bocca, morbido e vellutato, di grande struttura.
Trebbiano romagnolo
Il Trebbiano Romagnolo appartiene all'eterogeneo gruppo dei trebbiani iscritti al "Catalogo nazionale delle varietà della vite" già menzionato nel Trecento dal De Crescenzi (1305). Si ritiene sia originario del bacino orientale del Mediterraneo. Da queste uve si ottengono vini di colore giallo paglierino, sapore neutro, dotato di buon tenore alcolico e di elevata acidità. Adatto alla produzione di vini fermi ma anche di vini a base spumante
Grappolo d''uva